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A cura di Livia Elena Laurentino -
Se si approda alle isole Tremiti e a San Domino si arriva all’Altro Faro, un piccolo ristorante che ha una lunga tradizione, una volta accomodati la prima pagina del menù ci fa capire dove siamo arrivati e chi è la padrona di casa…o dei fornelli.
Ecco cosa si legge: La nostra STORIA… “anche con un solo occhio si può vedere lontano” Cucuccio.
Il Ristorante AL FARO nasceva grazie alla pesca del mitico Cucuccio e alla sapiente cucina di Elisa, insieme crearono un connubio di sapori e di profumi da inebriare le vacanze dei nostri ospiti.
Oggi Cucuccio non c’è più a grigliare il suo pescato ed Elisa si diletta nelle sue pozioni liquorose.
Io sono Annalisa la loro figlia e ho dato vita all’Altro Faro per portare sulle vostre tavole sapori della gioventù e l’antica esperienza culinaria di chi si è sempre affidato alla pesca quotidiana delle piccole barche dell’isola, e a un orto frutto di risate, sudore e lavoro.
Con la mia follia e il mix di colori che ho usato per realizzare questa idea v’invito a seguirmi e portare avanti profumi e tradizioni perché, dicono i vecchi tremitesi ” Chi lascia ‘a strada vecchia, sap chill c’ lasc e nun sap chill c’trov”. DIVERTITEVI.
L’Altro Faro Via Murat 18 – San Domino Isole tremiti (FG) Tel +39 0882 463390
Annalisa Lisci è una tremitese doc e quando aveva 13 anni stava nel ristorante dei genitori e si occupava della contabilità, e ha sempre pensato che non sarebbe mai messa ai fornelli ma alla classica domanda:
Come hai iniziato questo mestiere?
La risposta è stata: Sono una cuoca per caso. Non vengo da una scuola di cucina né tanto meno dall’alberghiero, ma ho una passione non tanto per il ristorante ma per la sala, perché amo stare in mezzo alla gente e chiacchierare con loro, perché ho sempre pensato che la cucina fosse monotona, ma sono finita in cucina per necessità in quanto quando mia mamma ha deciso di andare in pensione (dal ristorante Al Faro aperto con il marito n.d.r.), ho dovuto rimboccarmi le maniche ed entrare in cucina perché non riuscivo a trovare uno chef che sapesse continuare quelle che erano le tradizioni del nostro ristorante. Col tempo, a poco a poco, ho iniziato a modificare i piatti della mamma e quelli della tradizione isolana, proprio perché non volevo annoiarmi. Così ogni sera mi invento qualcosa di diverso, e faccio esperimenti e tentativi che a volte riescono e a volte no, così riesco a divertirmi così come succedeva in sala.
Fare ristorazione su di un isola, per di più piccola come San Domino non deve essere facile, quali sono i rischi?
Il rischio di mettersi a far cucina qui, quello più frequente è di non riuscire ad avere le materie prime che vorresti per quel menù che ti è venuto in mente di fare quella sera o in quella settimana, quindi ti devi inventare ogni giorno qualcosa di diverso. Io arrivo in cucina apro il frigorifero e vedo quello che i pescatori dell’isola mi hanno portato e a volte riesco a proporre dei piatti che avevo deciso a volte mi devo arrangiare e dare sfogo alla creatività e all’improvvisazione, ma bene così perchè ho provato a fare ristorazione fuori da Tremiti, ma qui è più divertente! Se vai un po’ in giro raccogli il finocchietto selvatico, i capperi, gli odori dell’isola li metti nel piatto e le materie prime non sono a chilometro zero, sono meno di zero. D’altra parte io vivo qui anche d’inverno quindi siamo abituati ad accontentarci di quello che c’è.
Da quest’anno c’è anche l’orto dello chef…
E’ la cosa più bella che realizzato, la soddisfazione più grande della stagione, vuoi mettere che significa raccogliere i pomodori e farci subito il sugo o tagliare melanzane croccanti, pensa che ho comprato solo aglio, cipolle e limoni per il resto avevo tutto nel mio orto! Si abbattono i costi ma soprattutto gli sprechi.
Abbiamo parlato di odori, qual è l’ingrediente irrinunciabile nella tua dispensa?
Sicuramente il finocchietto, perché il suo profumo racconta la mia isola e poi le verdure di tutti i generi, in ogni mio piatto, anche nei primi, cerco sempre di unire il mare e la terra, proprio perché Tremiti è sì un’isola di pescatori, ma è un’isola di gente che ha la tradizione dell’orto e quindi faccio le orecchiette con le melanzane fritte e le cozze oppure cavolfiore e con le vongole.
Un aneddoto o un errore commesso in cucina?
Gli aneddoti sono tanti compreso quello della mamma che si è vista togliere lo scettro di cuoca del ristorante e che ora, quando passa di qua viene in cucina e quando mi vede fare la carbonara con aria schifata mi dice: “Cos’è questa schifezza?” perché per lei il mix delle uova con le vongole e le cozze è inaccettabile, poi però quando la mangia dice: “Però lo sai che è proprio buona?”. Oppure a volte capita che inforno uno scorfano e, proprio perchè ho l’abitudine di uscire in sala e di mettermi a parlare con i clienti, me lo scordo, così sono costretta ad andare al tavolo e dire: Lo scorfano viene un po’ secco, ma è meglio … e ride e poi ti dico in cucina me ne succedono talmente tante che manco me le ricordo tutte.
Una volta un cliente è arrivato, premetto che ogni sera ci sono solo tre primi diversi e ogni sera cambiano, e mi ha chiesto uno spaghetto con pomodorini, vongole, finocchietto insomma una cosa che non era in menù. Io mio malgrado accetto l’ordinazione, ma dopo poco al cameriere chiede di aggiungere altri ingredienti, quindi io mi sono innervosita e così sono uscita e gli ho detto: la mia cucina è aperta, io non sono chef e tu nemmeno, quindi entra e fattelo, perché come lo vuoi tu non lo so fare…
Quando riesci a staccare per una cena con gli amici, al tuo ristorante e fuori?
Tendenzialmente la cena si fa a casa mia o di qualcun altro però “cedo volentieri le armi” perché non ho questo desiderio di mettermi in prima fila e poi poiché ho molti amici chef, non amo sentire le critiche ai miei piatti così cucinano loro che sono quelli bravi ed io mangio.
Sicuramente questo è il regno del pesce, ma che rapporto hai con la carne?
Qui la carne è praticamente assente, possiamo dire che si va in astinenza,sono quasi quattro mesi che cucino solo pesce e pagherei oro per mangiarmi una bistecca. I miei amici sanno che quando vengono qua il più bel regalo che mi possono fare è un bel chilo di bistecche o salsicce.
Il più bel complimento?
Quest’anno è venuto Erry De Luca, lo scrittore, lui dei pesci che ordinava mangiava solo le teste e la sua espressione di godimento per me, che non mi ritengo una chef, è stata la cosa più appagante.