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Di Federica Pagliarone -
Il parto cesareo influenza la formazione della flora batterica intestinale del bebè: il neonato, fino almeno ai primi due anni di vita, presenta una flora intestinale più ristretta e meno ricca di quei batteri buoni che aiutano sia la salute del tratto digerente, sia il corretto sviluppo del sistema immunitario del bambino.
Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Gut da esperti svedesi del KTH Royal Institute of Technology, Science for Life Laboratory, School of Biotechnology, Division of Gene Technology di Solna, diretti da Anders Andersson.
Il motivo è che, a differenza di quanto avviene nel parto naturale, col taglio cesareo il bebè non passa nel canale del parto e quindi non acquisisce i batteri materni in quantità e qualità adeguate.
Gli esperti hanno studiato per i loro primi due anni di vita 24 bambini, di cui una parte nati col taglio cesareo. Con prelievi ripetuti a diversi intervalli di tempo, i ricercatori hanno visto che nell'intestino dei bimbi nati col cesareo, mancavano alcune specie dell'importante gruppo dei Bacteroidetes che è stato collegato al corretto sviluppo del sistema immunitario.
A questa carenza, corrisponde invece nel sangue dei ''figli del cesareo'' un eccesso di alcune molecole (chemochine) legate ad allergie e un deficit di fattori antagonisti deputati proprio a silenziare dette molecole.
Negli ultimi anni si è andata sempre più consolidando la tesi che la flora intestinale sia fondamentale non solo per i processi digestivi ma anche contro obesità, sviluppo delle difese del corpo, allergie e malattie autoimmuni. Ecco quindi un altro buon motivo per optare, quando possibile, per il parto naturale.