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A cura di Gilberto Mora, Presidente di Compagnia del Cioccolato -
Racconto della viaggiatrice Emanuela Italiano, socia di Compagnia del Cioccolato e ideatrice del blog Riccioli di Cioccolato.
Questa tappa del nostro viaggio lungo la ruta del cacao venezuelano ci porta dritti al sogno di ogni amante del cioccolato di qualità: Chuao, dove la tradizione vuole che cresca il miglior cacao del mondo.
Io ho passato ore a sognare cercando Chuao su Google Maps, praticamente un minuscolo puntino incastrato tra le montagne venezuelane a ridosso della costa caraibica, apparentemente senza alcuna via d’accesso. Impossibile e irraggiungibile erano le parole con le quali dal sogno, me ne tornavo alla realtà.
Poi un giorno, eccomi a Chuao. Possibile e raggiungibile: solo via mare, a un’ora di lancha da Choronì.
Precisamente con la barca si arriva alla spiaggia di Chuao e al suo porto, che già visti dal mare, si avvicinano molto alla mia idea di paradiso. Il murales Bienvenidos a Chuao e lo scuolabus dei bambini, ci danno il benvenuto. Dalla spiaggia ci addentriamo a piedi lungo la valle attraversata dall’omonimo fiume, sino a raggiungere le prime piantagioni dell’Hacienda Cacaotera Chuao, inserita in un contesto naturale di eccezionale bellezza.
Oggi Chuao è una comunità di circa 2300 abitanti, per lo più discendenti degli schiavi africani, condotti qua a partire dal XVII sec. per lavorare nelle piantagioni di cacao. Dopo la riforma agraria del 1961 l’hacienda è rimasta una delle poche zone del Venezuela a regime collettivo, vale a dare, la proprietà dell’hacienda è del popolo. Nel 1976 viene creata l’Empresa Campesina Chuao, formata da circa 100 lavoratori (noi vediamo soprattutto donne, impegnate nella raccolta) che con sforzo e dedizione stanno cercando di recuperare l’originale qualità “criolla” del cacao di Chuao.
L’Empresa Campesina Chuao ha un’estensione di circa 240 ettari di cui attualmente solo 60 sono realmente destinati alla coltivazione. Circa il 10% della produzione è di puro criollo (chiamato F1), il restante (chiamato F2 o “criollo moderno”) è ibridato con un cacao alto amazzonico più resistente e produttivo. All’apertura dei semi, notiamo ancora una volta che la parte bianca (quella che ci indica la “purezza” del cacao) è proprio minima.
Tutto il cacao viene comunque raccolto e fermentato insieme. Scopo di questa ibridazione è aumentare la quantità della produzione, non garantita dal criollo puro, per sua natura estremamente delicato, soggetto ai mutamenti climatici e di scarsa resa.
Dal 2010 la Cooperativa socialista del cacao venezuelano s’impegna ad acquistare la maggior parte della produzione e a garantire ai contadini un minimo salariale. La Cooperativa finanzia l’Empresa purché le famiglie non lascino il lavoro in piantagione. Questo è il cacao Chuao, oggi.
Dalla piantagione, saliamo su dei camioncini aperti, risaliamo la valle, attraversiamo il fiume…
e arriviamo al paese “alto” di Chuao, con la sua mitica chiesa, dichiarata Monumento Nazionale nel 1960, e il patio de secar, antistante alla chiesa e centro del paese.
Nonostante le attuali condizioni di produzione, Chuao rimane un patrimonio universale di tradizioni, tramandate da secoli dal suo popolo, in un contesto naturale di rara purezza e bellezza. Questo patrimonio non solo deve essere mantenuto ma convertito in un centro di ricerca costante e continuo per migliorare la qualità del cacao e ritornare a produrre il cacao migliore del mondo!