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A cura di Gilberto Mora, Presidente di Compagnia del Cioccolato -
Racconto della viaggiatrice Emanuela Italiano, socia di Compagnia del Cioccolato e ideatrice del blog Riccioli di Cioccolato.
La seconda tappa del nostro viaggio lungo la ruta del Cacao Venezuelano ci porta a Choronì, stato di Aragua. Da Caracas raggiungiamo Choronì muovendoci in direzione Maracay per poi inerpicarci su per una montagna ricca di vegetazione lussuriosa, alberi maestosi e altissimi fusti di bambù. Il paesaggio regala panorami selvaggi e un clima piacevolmente fresco.
Dopo un paio d'ore, tra salita e discesa, ci avviciniamo alla costa fino a raggiungere le tipiche case coloniali color pastello di Choronì e Puerto Colombia, un villaggetto che è un fermento di pescatori, profumi e le tipiche lanchas, ormeggiate nel pittoresco porticciolo.
Choronì, cuore pulsante del cacao.
Quello che maggiormente attrasse i conquistadores verso questa florida valle fu proprio la possibilità di coltivare un frutto chiamato cacao e allora conosciuto come frutto degli Dei. Il cioccolato stava spopolando nell'Europa aristocratica del diciottesimo secolo e a quel tempo Choronì era il cuore pulsante della produzione di cacao venezuelano. Tra fine seicento e inizi settecento furono create numerose haciendas di cacao e alcune di esse esistono ancora oggi. Tuttavia proprio il turismo, attratto dalla ricca vegetazione, dall'architettura coloniale e dalla posizione isolata di Choronì, è stato la principale causa di degrado e distruzione degli spazi verdi coltivati. Delle trenta haciendas create nei secoli scorsi, oggi ne rimangono solo sei a raccontare la loro storia...
Hacienda Torres.
Di queste sei haciendas rimaste visitiamo Hacienda Torres, situata nella zona sudest della valle lungo la riva est del fiume Choronì. Oggi l'hacienda comprende circa 176.95 ettari di terreno, di cui solamente 30 destinati alla coltivazione di cacao. L'accesso alla piantagione avviene attraverso un guado sul fiume ed è pressoché libero. Anche noi guadiamo il fiume ed io, per la prima volta in vita mia, entro in una piantagione di cacao. Insieme allo scorrere del fiume, allo scricchiolio delle foglie sotto i piedi e al canto degli uccelli, sento il mio cuore battere...
Il facile e frequente passaggio di turisti, dei curiosi e saccheggiatori, ha nel tempo gravemente danneggiato lo stato della coltivazione e l’originale edificio centrale, con il desbabadero (spazio per la fermentazione) sulla sinistra, è attualmente lasciato andare in rovina.
Dalla metà del secolo scorso l'hacienda è seguita dalla famiglia Fuentes e dal 1989 Vicente Fuentes, sta cercando di mantenere la piantagione migliorando la qualità della coltivazione. Oggi in piantagione si trovano piante di Theobroma Cacao con una cabosse tipica leggermente allungata e di colore rossastro.
Si tratta di un cacao trinitario con una percentuale esigua di criollo. Apriamo una mazorca di cacao (la cabosse... il frutto del cacao per intenderci), osserviamo i semi al loro interno e notiamo che la percentuale "bianca" di seme (quella che determina la purezza del cacao) è minima.
La nostra speranza è che le generazioni presenti e future riescano a mantenere vive queste piantagioni, che tanta parte hanno avuto nella storia del cacao e dell'economia venezuelana.