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A cura di Gilberto Mora, Presidente di Compagnia del Cioccolato -
Il cacao di Chuao. Criollo?
Eccoci nelle piantagioni di Chuao. Ci accompagnano un agronomo e il responsabile governativo del cacao venezuelano. Cominciano a raccontarci la storia della piantagione, le sue origini, il cacao criollo. Ma noi vogliamo andare al centro del problema. Siamo un viaggio di studio, esplorazione e comunicazione per i consumatori del cioccolato di qualità e ci interessano poco le storielle per turisti.
Le piante sono ben tenute e il sottobosco è abbastanza pulito. Le donne di Chuao stanno raccogliendo e faticosamente riusciamo a sapere che il loro compenso è di 1800 bolivar al mese (circa 70 euro al mercato “libero” della valuta) lavorando 6 ore al giorno per 5 giorni alla settimana. I lavoratori venezuelani, per legge, devono avere 2 giornate consecutive di riposo alla settimana.
Vediamo cabosse molto differenti, qualcuna di una tipologia tipica del Chuao di colore verde con qualche striatura rossiccia, poi molto trinitario che abbiamo trovato anche nelle piantagioni di Choronì e Forestero di tipo amelonado. Ci facciamo tagliare i semi freschi e raramente li troviamo bianchi come dovrebbe essere il seme fresco di un criollo in purezza. I nostri amici venezuelani ci parlano di “nuevo chuao e di chuao moderno”. E’ un modo raffinato per dire che, fatta salva la provenienza geografica, il cacao è stato molto ibridato per difendersi dalle malattie e per avere il raccolto assicurato con cacao più robusti.
Tutto il cacao viene raccolto, fermentato e seccato insieme e questo blend naturale è il cacao di Chuao adesso. Ci dicono che è rimasta una piccola parcella più lontana dove la purezza è maggiormente evidente. Ma questo è il Chuao che abbiamo incontrato. Stiamo sempre parlando di un cacao di eccellente qualità e di una provenienza mitica ma suggeriamo ai nostri interlocutori che è indispensabile lavorare sulla selezione clonale per riportare una maggior purezza varietale se si vuole ritornare ai fasti del grande criollo di Chuao che sembra essere una volontà molto forte della Consorteria socialista del cacao venezuelano.
Progetto indispensabile inoltre per strappare, sui mercati internazionali, anche un prezzo più alto da redistribuire ai campesinos.
Ripartiamo in barca verso Choronì salutando dal mare il piccolo villaggio di pescatori e di coltivatori di cacao con un grido all’unisono “ CHUAO CHUAO”, quasi fossimo dei tifosi di calcio che omaggiano la loro squadra.
Ma noi tifiamo realmente perché Chuao ritrovi il suo grande criollo!