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In provincia di Arezzo vi sono alcuni panificatori che producono una qualità di pane che per il nostro Paese è un’autentica rarità; si tratta del “pane di cotone”, che si fa con la farina di semi di cotone, acqua, lievito di birra e sale.
Il cotone, di cui si producono circa 44 milioni di metri cubi di semi l'anno, è una delle piante più coltivate sul pianeta; i semi vengono quasi sempre buttati o utilizzati come mangime per i bovini ed è sempre stato poco o nullo il suo uso nell'alimentazione umana.
Ciò a causa del “Gossypol”, una tossina presente in alta concentrazione all'interno di questi semi, che provoca notevoli danni all'apparato digerente e gravi problemi di sterilità.
Alcuni ricercatori americani sono riusciti a neutralizzare questa tossina rendendone minimo e praticamente innocuo il livello di tossicità, mantenendo la sua ricchezza proteica.
Nel territorio aretino, ed anche nella provincia lombarda di Sondrio, si produce un pane utilizzando questa varietà di semente; la farina proviene dall’estero, per lo più da Israele.
La farina di semi di cotone viene mescolata con lievito di birra sciolto in acqua salata; dopo averla impastata bene la si lascia lievitare e si formano dei pani di forma allungata, con un’incisione centrale di circa due chili di peso.
Le pagnotte, dopo la cottura nel forno, sono scure dentro ed hanno una mollica morbida.