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A cura di ANDREA DI BELLA
“In questa osteria nei primi anni ottanta del secolo scorso, un gruppo di amici ideava e pensava la nascita del movimento Slow Food”. Questa bellissima e affascinante storia inizia proprio da lì, in questa piccola e deliziosa osteria, l’Osteria dell’Unione di Treiso, sulle colline del Barbaresco, dove nel 1982 nacque Arcigola, divenuta nel 1986 Arcigola-Slow Food e nel 1989, a Parigi, l’Associazione Internazionale Slow Food.
Si presenta come “Movimento internazionale per la tutela e il diritto al piacere”. Lo "Slow Food" assicura un avvenire migliore, è un'idea che ha bisogno di molti sostenitori qualificati, per fare diventare questo moto (lento) un movimento internazionale, di cui la chiocciolina è il simbolo”. Così recita, tra l'altro, il Manifesto di Slow Food.
Fondatore è stato Carlo Petrini, conosciuto come Carlin, ideatore del Salone Internazionale del Gusto di Torino, della rete di Terra Madre, dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Insignito del titolo di Eroe Europeo del nostro tempo nella categoria “Innovator”, dalla rivista “Time Magazine” nel 2004, è stato incluso nel 2008 dal quotidiano inglese “The Guardian”, “tra le 50 persone che potrebbero salvare il mondo”, unico italiano. Nel 2016 è stato nominato Ambasciatore Speciale della Fao in Europa per Fame Zero, per assicurare che tutti abbiano accesso a un cibo buono, pulito ed equo.
Agricoltura, biodiversità, cibo, comunità, contadini, gastronomia, orto, sostenibilità, spreco alimentare, territorio, sono solo una minima parte dei temi che Slow Food affronta quotidianamente in ogni parte del Pianeta, per investire sul futuro della Terra. Oggi il movimento è un sogno realizzato di oltre 100 mila iscritti in 160 Paesi. Il cibo “buono”, “pulito” e “giusto” ci conduce al concetto di felicità, di civiltà e di rispetto, oltre che di giustizia sociale e di gratificazione per chi produce.
Per dirla alla maniera di Carlin “occorre rimettere al centro gli esseri umani, rimettere al centro la Terra, rimettere al centro il cibo: una rete del cibo umana che, in armonia con la Natura e nel rispetto di ogni diversità, promuova la qualità: il buono, il pulito, il giusto”.
È una storia che parte da lontano, un sogno nato tra i tavoli di quell’osteria, tra il suono di chitarra e mandolino e un gruppo di giovani animati da belle speranze e forti intuizioni sulla qualità del cibo, sulla tutela della biodiversità e sui consumi responsabili. Una storia che è progredita negli anni, si è amplificata, è arrivata lontano, ha varcato i mari, ha incontrato i più deboli e indifesi, ha saputo dare loro voce.
È nata così la rete di Terra Madre, di quelle comunità locali che, partendo proprio dai territori, dai paesaggi, dalla conservazione di varietà vegetali e specie animali e dalle culture del cibo locali, sono riuscite, nel tempo, a preservare le risorse naturali senza deturparle. Piccoli produttori, magari soffocati da una globalizzazione di mercato illogica, che, attraverso la rete si incontrano e incontrano chi ha a cuore il futuro del cibo, dell’uomo e del pianeta.
Rappresentanti di quel mondo del cibo che evidenzia comunità e produzioni che andrebbero perse se non fossero salvaguardate opportunamente e con enormi sacrifici da questa rete di contadini coraggiosi. E’ il miracolo dell’”Agricoltura Familiare” .
E Terra Madre Salone del Gusto è l’espressione di questa storia che si ripete!
"Qui siamo solo all’inizio, questa è una forza irreversibile perché sta a cuore a migliaia di Comunità” – affermava Carlin Petrini, alla chiusura del Salone del Gusto e Terra Madre 2014 – “ Spetta a noi capire che questo è uno degli elementi della nuova politica”.
E da domani 22 settembre continua ad essere scritta la fiaba del cibo “sano, pulito, giusto” che ti sei inventato, carissimo Carlin, per tutto il mondo: quel racconto faticoso ma altrettanto meraviglioso di chi lavora la terra. Premio Nobel per la pace a chi ha inventato Terra Madre!
E allora tutti a Torino, a vivere la cultura del cibo. Auguro a tutti cinque giorni di amicizia e felicità.