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A cura di Gilberto Mora, Presidente di Compagnia del Cioccolato -
È arrivato davvero il momento: lo vedo, lo tocco, lo annuso...................naturalmente è un albero “normale”! Lo conoscevo già per averlo visto nei libri, nei filmati, ma l’aspettativa era grande! E la sorpresa è lì nella sua “casa”, nel suo ambiente, dove vieni catturato e tutti i sensi sono coinvolti, quasi aggrediti: il rumore dei passi è attutito dal terreno morbido e pieno di vegetazione, ogni suono è come ovattato inghiottito dagli alberi “ammassati” nell’ombra e una cappa di aria calda ti toglie il fiato e ti avvolge facendo aderire i vestiti alla pelle, anche gli insetti “affamati” cercano di pasteggiare attirati dagli odori “stranieri”!
E lui, l’albero del “cioccolato”, sembra un albero “da niente” nel confronto con i giganti della foresta pluviale con tronchi e rami e foglie e radici che non riesci nemmeno a fotografare nella loro dimensione gigante! Un tronco esile, fin troppo, per sorreggere quei frutti grandi, pesanti e bitorzoluti ma colorati quasi a decorare l’albero come si fa a Natale con le palline di vetro luccicanti!
Nelle piantagioni di cacao non ci sono percorsi è difficile individuare sentieri, che pur ci sono, è facile perdere l’orientamento e farsi avvolgere dalla natura forte e prorompente che non vuole essere conquistata e resiste in tutti i modi all’intrusione dell’uomo.
Ai colori dei frutti si aggiungono i colori dei vestiti delle donne che li raccolgono, anche loro possenti e forti maneggiano con grazia e leggerezza strumenti aggressivi e guerreschi. Eppure si confondono in questa natura “gigantesca”!
Anche nelle case e nei villaggi “nel bosco” vedi le donne con i bambini, le donne indaffarate attorno alle enormi lavatrici, le donne che spargono il cacao negli spiazzi davanti a casa o sulla strada, protette dalle croci del Cristo Re che vengono decorate ogni anno in giugno e vigilano su di loro per tutto l’anno.
“Suggestioni venezuelane scritte da Giulia Trestini, responsabile della Tavoletta di Bologna della Compagnia del Cioccolato”