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di: ANDREA DI BELLA
Bra, 19 giugno 2013
Food Trotter di tutto il mondo siete avvisati. Segnate in agenda i giorni che vanno dal 20 al 23 settembre! Sono i giorni di Cheese, il tempo che anima le strade e le piazze di Bra, in provincia di Cuneo, tra Langhe e Roero, nella patria di Slow Food, celebrando il variegato mondo del latte e dei formaggi. Moltissimi gli appuntamenti da non perdere, tra conferenze, assaggi, scoperte e musica. Quattro giorni di festa.
Oggi, al Teatro Politeama Boglione di Bra alla presenza dei giornalisti e di numerosi ospiti, è stata presentata la manifestazione. Alla tavola rotonda hanno partecipato, Alberto Cirio, Assessore al Turismo della regione Piemonte, Roberto Russo, Assessore all’Industria, Commercio e Artigianato della provincia di Cuneo, Bruna Sibille, Sindaco della Città di Bra, Luigi Barbero, Presidente Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero, Carlo Petrini, Presidente Slow Food, Jason Hinds, selezionatore e affinatore di Neal’s Yard Dairy di Londra. Ha moderato Roberto Burdese, Presidente di Slow Food Italia.
“Piazze, vie, monumenti, diventano palcoscenico naturale di una manifestazione che mette insieme, dichiara Bruna Sibille, cultura, enogastronomia, turismo, educazione in un mix internazionale di suggestioni e di spunti che valorizzano un territorio con tante peculiarità: sede naturale di tutti i migliori artigiani del formaggio del mondo”.
Cheese rappresenta un’occasione per lo sviluppo turistico del territorio, anche se “l’incremento del turismo straniero nel 2012 è del 17% rispetto al 2011, conferma l’Assessore regionale Cirio, in una terra che, non dimentichiamolo, era territorio della Malora e mai nessuno avrebbe ipotizzato diventasse ad elevata vocazione turistica”.
Cheese, la manifestazione dedicata alle forme del latte e al mondo dei formaggi, approda, quindi, a Bra per la sua nona edizione a bordo dell’Arca del Gusto, invadendo tutti gli angoli suggestivi della cittadina piemontese con i suoi profumi e i suoi sapori. L'ingresso è libero.
Come di consueto, l’evento organizzato da Città di Bra e Slow Food Italia con la partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali apre le porte a centinaia di casari, pastori, affinatori e produttori pronti a confrontarsi e presentare le loro prelibatezze.
Tema di Cheese 2013 è proprio l’Arca del Gusto, il progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus che cataloga i prodotti simbolo delle tradizioni, della cultura e della
storia dei cinque continenti. Segnalandone l’esistenza, ognuno di noi può contribuire alla
loro salvaguardia, evitando così che scompaiano.
“L’Arca del Gusto nasce nel ’96, in occasione della prima edizione del Salone del Gusto di Torino e Slow Food, che aveva 10 anni, afferma Burdese, aveva già intercettato che non si sarebbero salvate le osterie e la gastronomia tradizionale se non si fossero salvati i Produttori: eravamo partiti per salvare le ricette e non ci eravamo subito resi conto che, in realtà, stavano sparendo coloro che producevano, conservavano e valorizzavano la biodiversità alimentare, quella che alimenterà il pianeta nel futuro”.
Ecco quindi che Cheese lancia, per la prossima edizione, l’iniziativa Salva un formaggio!, chiedendo a tutti di portare a Bra il prodotto caseario ritenuto meritevole di salire sull’Arca. Tutelare un formaggio, infatti, significa salvare razze, pascoli, paesaggi e saperi delle piccole comunità, spesso tramandati da generazioni.
“L’Arca del Gusto si propone di essere un catalogo, un censimento dei prodotti che stanno sparendo. Dall’Arca, prosegue Il presidente di Slow Food Italia, nascono i Presidi Slow Food che saranno presenti a Cheese, e la stessa Terra Madre nasce come uno dei passi successivi dell’Arca del Gusto. A Cheese portate un pezzo di formaggio che sta per scomparire, ci sarà un’area apposita, un incubatore, che servirà a fare salire sull’Arca questo patrimonio da salvare. Per questo, l’Arca del Gusto passa da Cheese”.
Anche i 38 Laboratori del Gusto salgono sull’Arca del Gusto per raccontare al pubblico di Cheese quanta ricchezza ci sia dietro ogni formaggio. Bastano latte, caglio e sale per prepararli, eppure solo in Italia se ne contano oltre 300, una varietà determinata da importanti dettagli: razza degli animali, pascoli, altitudine e naturalmente tecniche di lavorazione. In una parola: biodiversità.
Spazio quindi ai formaggi che rischiano di scomparire insieme alla cultura e all’identità di intere comunità.
Grande omaggio alle Isole Britanniche, ospiti d’onore con una cinquantina di chicche nella Gran Sala dei Formaggi, per scoprire il fenomeno dei new old cheeses, prodotti della tradizione, come il cheddar e lo stilton, rivisti in chiave moderna. Da non perdere l’appuntamento dedicato all’Irlanda, con una panoramica sulle produzioni casearie della zona di West Cork, incubatore della qualità a latte crudo.
Biodiversità anche al centro degli 11 Appuntamenti a Tavola, l’ormai classico rendez-vous nei più rinomati ristoranti di Langhe e Roero, che quest’anno rendono omaggio al territorio dando sfoggio di ricette dimenticate, con menù ispirati alla sapiente cucina che sa inventare, innovare e sorprendere senza sprecare nemmeno una briciola di pane.
“La più bella manifestazione Slow Food al mondo, questo è un evento che ha cambiato il mondo lattiero-caseario a livello planetario, dichiara Carlin Petrini, in un formaggio si deve sentire il latte della mucca, addirittura il pascolo, come affermava Italo Calvino. Quello che sta succedendo nel mondo è qualcosa di straordinario, dall’Africa al Sud America, la produzione del formaggio può essere la risposta all’alimentazione”.
Carlin Petrini si è soffermato sulla bellezza del paesaggio e sulla funzione degli studenti stranieri dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo quali messaggeri nel mondo di questo straordinario territorio. E, tornando a Cheese, prosegue con una nota passionale, anticipando che “il 23 settembre presso questo stesso Teatro, l’UNISG di Pollenzo darà la Laurea “Honoris Causa” a uno dei più grandi intellettuali d’Italia che per il mondo contadino ha fatto moltissimo: si chiama Ermanno Olmi, e questa volta gli tocca la “Lectio Magistralis””!
Carlo Petrini conclude il suo intervento con un velo di sentimento, parlando del “significato culturale, politico ed economico dei corsi di alto apprendistato, organizzati dall’UNISG: panettieri, salumai, micro birrai e affinatori di formaggi. Nei nostri paesi non si sente più il profumo del pane…, afferma con un po’ di nostalgia, non si può vivere così”!